COME SI RAGGIUNGE.
Bagnoregio si trova al confine fra Lazio e Umbria. Vi si arriva percorrendo la S.S. Cassia fino a Montefiascone e poi dirigendosi verso Orvieto (S.S. Umbro-Casentinese), per incontrare dopo 10 Km. il bivio da cui, a destra si diparte la strada per Bagnoregio.
Si può anche raggiungere da Viterbo, per mezzo della S.P. Teverina, parallela al corso del Tevere, o anche con l'Autostrada del Sole (A1 Firenze-Roma), uscendo al casello di Orvieto.
Trasporti:
Servizio urbano e collegamento con le Frazioni. Servizio Extra-urbano gestito da CO.TRA.L.: collegamenti con Viterbo, e Orvieto (TR), nodo ferroviario
Telefono 324 866 0940
E-mail: promotuscia.bagnoregio@yahoo.it
Sito Web: http://www.promotuscia.it
Comune:
sede: Piazza s. Agostino n° 21
Telefono: 0761780815/8
Fax: 0761780837
PEC: comune.bagnoregio.vt@legalmail.it
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Il nome
BALNEUM REGIS compare per la prima volta nel 599/600in una lettera di papa Gregorio Magno indirizzata al Vescovo di Chiusi Ecclesio. Non esi9stono documenti precedenti attestanti il toponimo o latra denominazione. Balneum regis è un toponimo di origine goto-lomgobarda, che definisce una proprietà regia. Non è improbabile una connessione con un complesso termale di cui esistono testimonianze non ampie.
Lo stemma
In campo rosso, sormontato da corona, una torre su drago umiliato, un leone rampante alla sommità della torre, due chiavi incorniciate e concatenate alla sommità sinistra della Torre stessa.
ORIGINE: dai documenti statutari si deduce che lo stemma comunale sia costituito da un leone rampante in campo rosso.
Nel cap. XVI del 1° LIBER DE REGI
, dello Statuto del 1373 si prescrive che nelle manifestazioni
i Precones devono portare dameones dipinti con le armi della Chiesa e del Comune. Larma della Chiesa, a nostro avviso, è costituita, con ogni probabilità, dai simboli con cui è raffigurata, in tutta la Sua iconografia, S. Vittoria: una torre, o castello, con drago sottostante.
Lo stemma di Bagnoregio è costituto, infatti, da una torre sovrastante un drago, leone rampante in alto a destra della torre, in campo rosso. Le chiavi furono aggiunte con l avvento dei governatori pontifici.
La storia
Le prime notizie storiche certe su Bagnoregio, o meglio Bagnorea, questo è il suo nome più antico, risalgono al VI secolo D.C. quando viene menzionata tra le sedi episcopali italiane. E' certo comunque che dopo la caduta dell'Impero Romano Bagnoregio cadde sotto il dominio dei goti prima e dei longobardi poi e infine Carlo Magno la conferì al Papato insieme alla restante parte del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. Dopo la conquista franca una serie di signorotti feudali si alternarono nell'esercizio del potere, sono da ricordare tra questi i Monaldeschi che divennero più tardi signori di Orvieto.
Nel XII secolo essa si eresse a libero comune, conoscendo un periodo di prosperità e vivacità culturale ed artistica. Incombente rimase tuttavia la minaccia della vicina e potente Orvieto nell'orbita politica della quale Bagnoregio di deve certamente collocare in questo periodo. Talvolta i rapporti tra le due città divennero aspri e conflittuali e anche gli centri confinanti furono trascinati nelle lotte. Tuttavia anche se coinvolto in guerre e tentativi di occupazione Bagnoregio riuscì a mantenere una relativa autonomia.
La tremenda epidemia di peste del 1348 ( quella narrata nel Decameron da Boccaccio) ridusse la cittadina l'ombra di se stessa, si racconta che in una sola giornata si contarono più di 500 morti. Nel 1494 i Bagnoresi riuscirono a distruggere la munitissima rocca dei Monaldeschi della Cervara per liberarsi definitivamente dal pericolo del ritorno degli odiati tiranni.
Nel 1494 I bagnoresi si opposero coraggiosamente all'entrata in città del re di Francia Carlo VIII diretto con il suo esercito a Napoli per occuparla. All'atto eroico non corrispose tuttavia alcuna riconoscenza da parte del papa Alessandro VI Borgia, che due anni dopo assestò un duro colpo al fiero sentimento di libertà comunale istituendo il regime dei Cardinali-Governatori che durò fino al 1612, anno in cui Bagnoregio passo sotto il controllo della Delegazione Apostolica di Viterbo che si impegno a rispettare gli antichi statuti comunali del 1367. La vita della comunità bagnorese scorreva tranquilla turbata più dalle vicessitudini naturali e geologiche della loro città piuttosto che da eventi politici o fatti d'armi. Solo nel 1867 si ebbe un sussulto militare quando si verificò il primo violento scontro fra le milizie pontificie e i volontari garibaldini che la storia ricorda come "La battaglia di Bagnorea". Nel 1870, infine Bagnoregio entrò a far parte del Regno d'Italia.
Il genius loci
Civita di bagnoregio è un luogo in cui si coglie un fascino misterioso e misterico. Vestigia non ancora interpretate, una vasta rete di cunicoli sotterranei, la sua stessa posizione geografica hanno dato spunto, anche in tempi recenti, ad analisi ed ipotesi sulle sue origini e sui suoi riti fino ad individuarvi una delle possibile sedi del Fanum Voltumne, il santuario della nazione etrusca.
La memoria degli uomini
Folta la schiera di studiosi, storici, scrittori. La memoria non testimoniabile con documenti è costituita da numerosi reperti archeologici databili dalla preistoria. La memoria scritta parte da una lettera di S. Gregorio Magno del 599/600.
Vengono poi S. Bonaventura, P. Romani, il musicista Brunelli, B, Tecchi(germanista e romanziere), Cagiano de Azevedo(Archeologo, docente universitario), Capocaccia, Macchioni, Petrangeli, Moncelsi, Ramacci(storici).
Molti anche i documenti antichi ben conservati: lo Statuto del 1373(ultima stesura di un documento molto più antico), volumi di deliberazioni, di catasti, di libri contabili, di visite pastorali, etc.
Il personaggio
Almeno due: Bonaventura, filosofo, docente alla Sorbona, Generale dellOrdine francescano(di cui fu consideratp il secondo fondatore), cardinale, Doctor Seraficus e Bonaventura Tecchi, saggista e scrittore moderno, premio Bancarella con il romanzo Gli Egoisti, docente universitario di lingua e letteratura tedesca.
La curiosità
Due volte lanno a giugno e settembre, in occasione delle festività della Madonna a Civita di bagnoregio si svolge, nella Piazza principale, una corsa di asini denominata La Tonna perché, infatti, è una corsa, in batterie di due o tre asini, che si svolge intorno su una pista tonda. Non conosciamo le origini della manifestazione, ma sono certamente da mettere in relazione alla esaltazione delle doti dellasino, il più importante, se non lunico, mezzo di trasporto per secoli da e per Civita di Bagnoregio. Ad evitare che, con limpiego sempre più marginale dellasino, la manifestazione rischi di scomparire, il Comune si è attivato per allevare asini della razza locale, nella propria piccola azienda agricola.
Le buone pratiche
La forte vocazione turistica del territorio, basata in massima parte sulla complessa presenza di Civita di Bagnoregio, fino ad oggi si è concretizzata essenzialmente su un turismo di massa, del tipo abusato del mordi e fuggi, attratto soprattutto da panorama causato dal dissesto geologico. Oggi si stà puntando, senza volee penalizzare il turismo di massa, anche su un turismo di qualità che faccia scoprire la nunzio e storico-culturale-urbanistica di Civita di Bagnoregio, complesso unico che offre una visione urbanistica particolare insieme ad un a realtà urbanistica unica, quella cioè di un castrum tardoantico e altomedievale che, nonostante il catastrofico terremoto del 1695, ha conservato le sue peculiarità. Si stà anche sviluppando la ricettività, con attenzione anche agli spazi congressuali e nuova attenzione è posta sia dalla Regione Lazio che dal Comune alla valorizzazione delle numerose risorse culturali.
Questo caratteristico borgo, lantica Balneum Regis, costituisce soggetto unico nella vasta cornice paesaggistica nella quale si inserisce Bagnoregio. Lantichissimo Borgo, seconda sede comunale dopo la Contrada Mercatello, sorgeva su una platea tufacea, che per giacere sopra vasti banchi dargilla soggetta ad erosione(traccia straordinaria ne sono gli imponenti Calanchi) va progressivamente restringendosi per il crollo degli orli, tanto che anche lo scrittore Bonaventura Tecchi(nativo di Bagnoregio) fu definita la città che muore. Oggi un agile ponte lungo circa 300 m. permette di accedervi ai pochi abitanti rimasti ed ai turisti. Allinterno dellabitato si possono ammirare alcuni resti ottimamente conservati del periodo medievale. Mirabile è la Chiesa di S. Donato anticamente in stile romanico sorta probabilmente sui resti della struttura di un tempio pagano. In essa si custodisce tra laltro un eccezionale Crocefisso ligneo di scuola fiamminga. Importanti sono pure i palazzi maggiori tra cui Palazzo Alemanni(in parte destinato attualmente a mostre daste). Di grande interesse solo le viuzze con le tipiche case basse con balconcini profferli caratteristici. Giunta al termine della via principale il visitatore può sostare presso la rupe orientale di Civita per ammirare lo stupendo scenario dei ponticelli, enormi muraglioni naturali in argilla, ultima traccia di un processo erosivo iniziato migliaia di anni fa e non ancora cessato.
Nel Capoluogo da visitare:
Al termine di Corzo Mazzini il visitatore ha di fronte Piazza S. Agostino e subito sulla destra il Palazzo del Municipio. Al centro della Piazza, si erge il Monumento a S. Bonaventura. Venne inaugurato il13 luglio 1897. E opera in granito di Baveno(su cui poggia la statua bronzea)dello scultore neoclassico Cesare Aureli. Alla base reca tre bassorilievi in bronzo che raffigurano altrettanti momenti della vita del Santo.
Eventi
Musei e gallerie d'arte
Divertimenti
Sentieri per trekking e mountain bike, lungo la Valle dei Calanchi, Tennis, centro polivalente al coperto, calcetto, ecc.
Aree di sosta camper