Il nome
BALNEUM REGIS compare per la prima volta nel 599/600in una lettera di papa Gregorio Magno indirizzata al Vescovo di Chiusi Ecclesio. Non esi9stono documentiprecedenti attestanti il toponimo o latra denominazione. Balneum regis è un toponimo di origine goto-lomgobarda, chedefinisce una proprietà regia. Non è improbabile una connessione con uncomplesso termale di cui esistono testimonianze non ampie.
Lo Stemma.
In campo rosso, sormontato da corona,una torre su drago umiliato, un leone rampante alla sommità della torre, duechiavi incorniciate e concatenate alla sommità sinistra della Torre stessa.
ORIGINE:
dai documenti statutari si deduce che lo stemma comunale sia costituito da unleone rampante in campo rosso.
Nel cap. XVI del 1° LIBER DE REGI
,dello Statuto del 1373 si prescrive che nelle manifestazioni
i Precones devono portare dameones dipinti con le armi della Chiesa e del Comune. Larma della Chiesa, a nostro avviso, è costituita,con ogni probabilità, dai simboli con cui è raffigurata, in tutta la Suaiconografia, S. Vittoria: una torre, o castello, con drago sottostante.
Lo stemma di Bagnoregio è costituto,infatti, da una torre sovrastante un drago, leone rampante in alto a destradella torre, in campo rosso. Le chiavi furono aggiunte con l avvento deigovernatori pontifici.
La storia.
Le prime notizie storiche certe su Bagnoregio, o meglio Bagnorea, questo èil suo nome più antico, risalgono al VI secolo D.C. quando viene menzionata tra le sedi episcopali italiane. E' certo comunque che dopo la caduta dell'Impero Romano Bagnoregio cadde sotto il dominio dei goti prima e dei longobardi poi e infine Carlo Magno la conferì al Papato insieme alla restante parte del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia. Dopo la conquista franca una serie di signorotti feudali si alternarono nell'esercizio del potere, sono da ricordare tra questi i Monaldeschi che divennero più tardi signori di Orvieto.
Nel XII secolo essa si eresse a libero comune, conoscendo un periodo di prosperità e vivacità culturale ed artistica. Incombente rimase tuttavia la minaccia della vicina e potente Orvieto nell'orbita politica della quale Bagnoregio di deve certamente collocare in questo periodo. Talvolta i rapporti tra le due città divennero aspri e conflittuali e anche gli centri confinanti furono trascinati nelle lotte. Tuttavia anche se coinvolto in guerre e tentativi di occupazione Bagnoregio riuscì a mantenere una relativa autonomia.
La tremenda epidemia di peste del 1348 ( quella narrata nel Decameron da Boccaccio) ridusse la cittadina l'ombra di se stessa, si racconta che in una sola giornata si contarono più di 500 morti. Nel 1494 i Bagnoresi riuscirono a distruggere la munitissima rocca dei Monaldeschi della Cervara per liberarsi definitivamente dal pericolo del ritorno degli odiati tiranni.
Nel 1494 I bagnoresi si opposero coraggiosamente all'entrata in città del re diFrancia Carlo VIII diretto con il suo esercito a Napoli per occuparla. All'atto eroico non corrispose tuttavia alcuna riconoscenza da parte del papa AlessandroVI Borgia, che due anni dopo assestò un duro colpo al fiero sentimento di libertà comunale istituendo il regime dei Cardinali-Governatori che durò fino al 1612, anno in cui Bagnoregio passo sotto il controllo della DelegazioneApostolica di Viterbo che si impegno a rispettare gli antichi statuti comunalidel 1367. La vita della comunità bagnorese scorreva tranquilla turbata piùdalle vicessitudini naturali e geologiche della loro città piuttosto che daeventi politici o fatti d'armi. Solo nel 1867 si ebbe un sussulto militare quandosi verificò il primo violento scontro fra le milizie pontificie e i volontari garibaldini che la storia ricorda come "La battaglia di Bagnorea".
Nel 1870, infine Bagnoregio entrò a far parte del Regno d'Italia.
Il genius loci.
Civita di bagnoregio è un luogo in cui si coglie un fascino misterioso e misterico. Vestigia non ancora interpretate, una vasta rete di cunicoli sotterranei, la sua stessa posizione geografica hanno dato spunto, anche in tempi recenti, ad analisi ed ipotesi sulle sue origini e sui suoi riti fino ad individuarvi una delle possibile sedi del Fanum Voltumne, il santuario della nazione etrusca.
La memoria degli uomini.
Folta la schiera di studiosi, storici, scrittori. La memoria non testimoniabile con documenti è costituita da numerosi reperti archeologici databili dalla preistoria. La memoria scritta parte da una lettera di S. Gregorio Magno del 599/600. Vengono poi S. Bonaventura, P. Romani, il musicista Brunelli, B, Tecchi (germanista e romanziere), Cagiano de Azevedo(Archeologo, docente universitario), Capocaccia, Macchioni, Petrangeli,Moncelsi, Ramacci(storici). Molti anche i documenti antichi ben conservati: lo Statuto del 1373(ultima stesura di un documento molto più antico), volumi di deliberazioni, di catasti, di libri contabili, di visite pastorali, etc.
Il personaggio.
Almeno due: Bonaventura, filosofo, docente alla Sorbona, Generale dellOrdine francescano(di cui fu consideratp il secondo fondatore), cardinale, Doctor Seraficus e Bonaventura Tecchi, saggista e scrittore moderno, premio Bancarella con il romanzo Gli Egoisti, docente universitario di lingua e letteratura tedesca. La curiosità.
Due volte lanno a giugno e settembre, in occasione delle festività della Madonna a Civita di bagnoregio si svolge, nella Piazza principale, una corsa di asini denominata La Tonna perché, infatti, è una corsa, in batterie di due o tre asini, che si svolge intorno su una pista tonda. Non conosciamo le origini della manifestazione, ma sono certamente da mettere in relazione alla esaltazione delle doti dellasino, il più importante, se non lunico, mezzo di trasporto per secoli da e per Civita di Bagnoregio. Ad evitare che, con limpiego sempre più marginale dellasino, la manifestazione rischi di scomparire, il Comune si è attivato per allevare asini della razza locale,nella propria piccola azienda agricola.
Le buone pratiche.
La forte vocazione turistica del territorio, basata in massima parte sulla complessa presenza di Civita di Bagnoregio, fino ad oggi si è concretizzata essenzialmente su un turismo di massa, del tipo abusato del mordi e fuggi, attratto soprattutto da panorama causato dal dissesto geologico. Oggi si stà puntando, senza volee penalizzare il turismo di massa, anche su un turismo di qualità che faccia scoprire la nunzio e storico-culturale-urbanistica di Civita di Bagnoregio, complesso unico che offre una visione urbanistica particolare insieme ad un a realtà urbanistica unica, quella cioè di un castrum tardoantico e altomedievale che,nonostante il catastrofico terremoto del 1695, ha conservato le sue peculiarità. Si stà anche sviluppando la ricettività, con attenzione anche agli spazi congressuali e nuova attenzione è posta sia dalla Regione Lazio che dal Comune alla valorizzazione delle numerose risorse culturali.
Da vedere
Questo caratteristico borgo, lantica Balneum Regis, costituisce soggetto unico nella vasta cornice paesaggistica nella quale si inserisce Bagnoregio. Lantichissimo Borgo, seconda sede comunale dopo la Contrada Mercatello, sorgeva su una platea tufacea, che per giacere sopra vasti banchi dargilla soggetta ad erosione(traccia straordinaria ne sono gli imponenti Calanchi) va progressivamente restringendosi per il crollo degli orli, tanto che anche lo scrittore Bonaventura Tecchi(nativo di Bagnoregio) fu definita la città che muore. Oggi un agile ponte lungo circa 300 m. permette di accedervi ai pochi abitanti rimasti ed ai turisti. Allinterno dellabitato si possono ammirare alcuni resti ottimamente conservati del periodo medievale. Mirabile è la Chiesa di S. Donato anticamente in stile romanico sorta probabilmente sui resti della struttura di un tempio pagano. In essa si custodisce tra laltro un eccezionale Crocefisso ligneo di scuola fiamminga. Importanti sono pure i palazzi maggiori tra cui Palazzo Alemanni(in parte destinato attualmente a mostre daste). Di grande interesse solo le viuzze con le tipiche case basse con balconcini profferli caratteristici. Giunta al termine della via principale il visitatore può sostare presso la rupe orientale di Civita per ammirare lo stupendo scenario dei ponticelli, enormi muraglioni naturali in argilla, ultima traccia di un processo erosivo iniziato migliaia di anni fa e non ancora cessato.
Nel Capoluogo da visitare:
la Piramide ossario eretta nel 1891 in onore dei Garibaldini caduti nei combattimenti del settembre-ottobre 1867. E posta nellattuale parco pubblico della Rimembranza, presso Viale Diaz. Il monumento ricorda la piramide di Caio Cestio a Roma; è alta 12 m. ed ha una base triangolatre con i lati di 10 metri.
Porta Albana: costituiva
lingresso principale al centro cittadino. Alcuni critici ne attribuiscono il
disegno allarchitetto Ippolito Scalza.
Tempietto di S. Bonaventura.
Edificato in altro, sulla destra di Porta Albana. La costruzione a croce greca e a cupola è opera dellArch. Pietro Gagliardi.
La Cattedrale di S. Nicola.
Sorge su una area di unantichissima Chiesa eretta, sembra, nel 440 e dedicata alla Madonna della neve. Lattuale tempio, ammodernato una prima volta nel 1606 venne dedicato a S. Nicola; subì svariate modifiche, lulima delle quali nel 1779. Tra le cose notevoli da ammirare:
una Bibbia del XII sec. Probabilmente appartenente a S. Bonaventura, in pergamena miniata;
un dipinto del Vanni raffigurante la Maddalena;- artistica teca argentea a forma di braccio benedicente, nella quale si conservano ossa e braccio di S. Bonaventura. La reliquia è posta sullaltare della terza cappella a destra.Al termine di Corzo Mazzini il visitatore ha di fronte Piazza S. Agostino e subito sulla destra il Palazzo del Municipio. Al centro della Piazza, si erge il Monumento a S. Bonaventura. Venne inaugurato il13 luglio 1897. E opera in granito di Baveno(su cui poggia la statua bronzea)dello scultore neoclassico Cesare Aureli. Alla base reca tre bassorilievi in bronzo che raffigurano altrettanti momenti della vita del Santo.
Chiesa dellAnnunziata.
Sita in Piazza S. Agostino. Opera romanico-gotica, affiancata da uno slanciato campanile a torre costruito nellanno 1735. In essa si conservano opere pittoriche notevoli attribuite a Taddeo di Bartolo e Giovanni di Paolo.
Interessantissimo il chiostro eseguiti ne 1524 su disegno dellarchitetto Michele Sammicheli, e il bel pozzo centrale eseguito nel 1604 su disegno dellarchitetto Ippolito Scalza. Nel tempio si possono ammirare alcuni affreschi pregevoli del 400 raffiguranti S. Antonio di Padova e S. Antonio Abate(in fondo a sinistra), S. Monica(primo altare a sinistra), una Madonna con bambino, SS. Bartolomeo e Giacomo(presso laltare di destra), ultima traccia delle pitture che adornavano la superficie laterale, deturpata dai rifacimenti barocchi.
Belvedere. Ricorda la vecchia sede del convento francescano distrutto da frane e sismi nei secoli passati. Sul bordo orientale è scavata nel masso tufaceo una grotta detta Grotta di San Bonaventura, perché secondo la tradizione qui venne risanato da grave malattia per intercessione di San Francesco.
Eventi.
Rievocazione storico-religiosa delvenerdì santo
1 maggio Passeggiata dei Calanchi
Convegno di Studi Bnaventuriani(primadecade di giugno)
La Tonna corsa di asini con fantini 1 domenica di giugno e 2 di settembre;
Festeggiamenti in onore di S. Bonaventura patrono della città a metà luglio e di San Ildebrando nellultima decade di agosto;
Civitarte
Rassegna di teatro e musica di rilevanza nazionale;
Presepe Vivente a Civita di Bagnoregio
Mostre, Convegni tutto lanno presso lì'Auditorium "Taborra"
Musei e gallerie d'arte
Museo Geologico e delle Frane palazzo Alemanni Civita di Bagnoregio Durante il periodo estivo mostre con cadenza continua presso la sede dellAuditorium Comunale.
Divertimenti.
Sentieri per trekking e mountain bike, lungo la Valle dei Calanchi, Tennis, centro polivalente al coperto, calcetto, ecc.
Area di sosta camper:
Piazzale Battaglini allentrata del Paese e Piazzale Bersaglieri, inoltre vi èunarea di sosta organizzata fuori dal paese in Loc. Monterado.